L’intelligenza artificiale diventerà il miglior consulente di vendita di automobili?
Tradurre la visione di BCG in una realtà di vendita al dettaglio nel settore automobilistico
Il 18 settembre 2025, il Boston Consulting Group (BCG) ha posto una domanda provocatoria: “L’intelligenza artificiale diventerà il miglior consulente per la vendita di automobili?”. La conclusione è stata chiara: sì.
L’intelligenza artificiale può superare gli esseri umani in alcuni aspetti cruciali del processo di vendita: è disponibile 24/7è imparzialee impara da ogni singola interazione. Per un settore come quello della vendita al dettaglio di automobili – caratterizzato da decisioni complesse e di alto valore e da aspettative dei clienti notoriamente elevate – le implicazioni sono enormi.
Ma ecco il paradosso: sebbene la visione sia convincente, la maggior parte delle aziende sta ancora lottando con la realtà. Una ricerca condotta da BCG rivela che solo il 26% delle aziende riesce a portare i progetti di IA oltre la fase di proof-of-concept. La tecnologia esiste, il potenziale è evidente, ma l’adozione vacilla perché le aziende non riescono a riorganizzare i processi, la cultura e le persone.
È qui che la vendita al dettaglio di autoveicoli si trova di fronte a un campanello d’allarme. Ed è anche il campo in cui i gruppi di concessionari pionieri si stanno già muovendo più velocemente di quanto la maggior parte del settore si renda conto.
Dalla visione alla realtà: cosa significa davvero BCG per il settore automobilistico
L’articolo di BCG non riguarda solo le vendite. Si riferisce a una trasformazione più ampia: il passaggio dalle interazioni transazionali con i clienti ai viaggi conversazionali.
Per decenni i siti web dei rivenditori sono stati costruiti sulla base della navigazione: menu, moduli, pianificatori. Ma i clienti non sono più navigatori pazienti. Si aspettano conversazioni istantanee: risposte su WhatsApp, chiamate trasformate in risoluzioni in tempo reale e una guida personalizzata per tutto il viaggio.
Questo è ciò che noi di Novaco chiamiamo Web4.0 – Il Web conversazionale.
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Per i clienti, questo significa non dover più navigare in pianificatori obsoleti o aspettare le chiamate.
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Per i dipendenti significa meno tempo sprecato nell’amministrazione e più tempo per le conversazioni reali.
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Per i concessionari significa un maggiore utilizzo delle officine, una riduzione delle chiamate in entrata e una maggiore soddisfazione dei clienti.
L’avvertimento di BCG è chiaro: la tecnologia da sola non è in grado di produrre questo cambiamento. Lo fa l’adozione. Le aziende che non riescono a cambiare le proprie persone e i propri processi rimarranno bloccate in una fase di sperimentazione, mentre quelle che si adattano rimodelleranno il proprio settore.
Dove si blocca oggi la vendita al dettaglio di automobili
La realtà quotidiana di molte concessionarie illustra il divario tra ambizione e realizzazione:
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Pianificatori di workshop: è ancora il fiore all’occhiello della maggior parte dei siti web, ma spesso viene ignorato dai clienti. La ricerca e la pratica dimostrano che tre clienti su quattro preferiscono ancora telefonare. E anche quando si utilizzano i planner, raramente si riesce a riempire completamente la capacità dell’officina.
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Centri di contatto: affogano nella domanda. In molti casi, oltre l’80% delle chiamate in entrata si conclude con una richiesta di richiamo. Questo non è servizio clienti: è un ritardo travestito da processo.
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Dipendenti: sovraccaricati di compiti amministrativi che non generano alcun valore: aggiornare gli stati, inseguire le conferme, spingere la carta. Le loro competenze vengono sprecate nella burocrazia invece che nelle conversazioni che creano fedeltà e fatturato.
Il risultato? Costi in aumento, margini in calo e clienti frustrati.
BCG sostiene che l’IA ha il potenziale per invertire questa dinamica, trasformando ogni interazione in un’opportunità per costruire fiducia e fornire valore. Ma questo accadrà solo quando l’IA diventerà una parte integrata del percorso del cliente, non un esperimento isolato.
I pionieri che dimostrano che funziona
Fortunatamente, questa non è una teoria. In tutta Europa, importanti gruppi di concessionari stanno già applicando l’IA conversazionale nella pratica – e i risultati sono sorprendenti.
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I clienti prenotano gli appuntamenti per l’assistenza direttamente tramite canali conversazionali come WhatsApp, riducendo drasticamente il traffico telefonico.
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L’utilizzo dei servizi sta aumentando perché le interfacce conversazionali colmano le lacune lasciate dai pianificatori statici.
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I volumi delle chiamate ai contact center si riducono, mentre la soddisfazione dei clienti migliora grazie alle risposte immediate anziché alle richiamate.
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I dipendenti riferiscono di poter dedicare più tempo a conversazioni significative, mentre l’intelligenza artificiale gestisce le attività amministrative ripetitive.
L’impatto è evidente: meno chiamate, maggiore efficienza, migliore utilizzo e clienti più felici.
Questi esempi dimostrano che l’intelligenza artificiale conversazionale non è una promessa futuristica, ma un vantaggio comprovato che sta già rimodellando il settore.
Perché questo è il campanello d’allarme
La vendita al dettaglio di autoveicoli è sottoposta a un’incessante pressione strutturale:
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I margini sulle vendite di auto si stanno riducendo.
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I veicoli elettrici richiedono meno assistenza, riducendo i ricavi del post-vendita.
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I nuovi arrivati cinesi portano una concorrenza aggressiva con strategie digital-first.
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Le ore non fatturabili nei laboratori aumentano, erodendo la redditività.
In questo contesto, i concessionari non possono permettersi di trattare l’IA come un esperimento. Come chiarisce BCG, l’IA ha il potenziale per diventare il miglior consulente nella vendita al dettaglio di autoveicoli, ma solo se le aziende vanno oltre i progetti pilota e la integrano profondamente nel loro modo di operare.
Il messaggio è chiaro: aggiungere più persone non è sostenibile. Aggiungere altri strumenti non è sufficiente. L’unica strada percorribile è quella di trasformare l’interfaccia con il cliente in una conversazione.
Web4.0 – Il web conversazionale
Noi di Novaco descriviamo questa trasformazione come Web4.0 – Il Web conversazionale. Non si tratta di un nuovo gadget ma di una nuova base: le conversazioni come interfaccia predefinita tra rivenditori e clienti.
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Sul sito web, i pianificatori statici lasciano il posto a dialoghi dal vivo.
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Su WhatsAppi clienti ricevono conferme istantanee, non “ti richiameremo”.
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Sul telefono, l’intelligenza artificiale vocale fa sì che anche i canali tradizionali diventino conversazionali.
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Per dipendenti, l’amministrazione ripetitiva viene automatizzata in modo che possano concentrarsi sulle interazioni tra persone.
La tecnologia è qui. La prova di concetto esiste. I costruttori di siti web come Powerkraut e Datamotive stanno già applicando il design conversazionale ai siti web dei concessionari. E i principali gruppi di concessionari stanno dimostrando cosa è possibile fare quando l’adozione viene presa sul serio.
Il settore si sta muovendo. L’unica domanda è: chi sarà il prossimo?
Conclusione – Tradurre la visione di BCG in azione
La domanda di BCG – “L’intelligenza artificiale diventerà il miglior consulente di vendita di automobili?” non è ipotetica. La risposta si sta svolgendo davanti a noi.
L’intelligenza artificiale non sostituirà l’addetto alle vendite umano, ma rimodellerà il percorso del cliente in modo così profondo che i concessionari che la ignoreranno rimarranno indietro. Saranno le conversazioni, e non le forme, a definire la prossima era del retail automobilistico.
Per coloro che sono pronti, il progetto è già visibile:
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Impara dai pionieri.
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Allinea le persone e i processi con la tecnologia.
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Muoviti velocemente, perché i clienti non aspettano.
Il Web4.0 – il Web conversazionale – è il campanello d’allarme. Il futuro è già qui.




